Il Governo Gentiloni

Periodo di riferimento: 2016 - 2018
Paolo Gentiloni è stato il terzo Presidente del Consiglio della XVII legislatura dopo Enrico Letta e Matteo Renzi. Rispetto ai due precedenti esecutivi, entrambi caratterizzati anche se in modi differenti dalle cosiddette “larghe intese”, il governo Gentiloni è stato sostenuto da una maggioranza parlamentare ormai consolidata, poiché le dimissioni di Matteo Renzi, come anche quelle di Enrico Letta, non furono determinate da un cambiamento sostanziale della maggioranza parlamentare.

Il Governo Gentiloni (Di Presidenza della Repubblica, Attribution, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=54724032)

Il Governo Gentiloni è rimasto in carica fino al 1 giugno 2018 e si è insediato il 12 dicembre 2016 come successore del Governo Renzi, senza tuttavia determinare un avvicendamento politico dell'esecutivo poiché la maggioranza parlamentare a sostegno del governo era rimasta sostanzialmente la stessa.

Infatti, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella assegnò l'incarico di formare un nuovo governo a Paolo Gentiloni, già ministro degli esteri del Governo Renzi, l'11 dicembre 2016 conseguentemente alle dimissioni di Matteo Renzi da Presidente del Consiglio, dimissioni rassegnate senza che vi fosse una dichiarazione di sfiducia da parte della maggioranza parlamentare o di un partito politico della maggioranza, ma solamente per tenere fede alla promessa fatta alla nascita dello stesso Governo Renzi di assicurare l'approvazione definitiva delle riforme costituzionali da parte del Parlamento e, successivamente, attraverso il referendum confermativo.

In sostanza, le dimissioni del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, conseguenti alla bocciatura del referendum costituzionale 2016, nel contesto della forma di governo parlamentare non hanno avuto valenza politica, infatti non hanno alterato gli equilibri politici in Parlamento.

Il Governo Gentiloni ha rappresentato quindi, dal punto di vista politico, la sostanziale prosecuzione del Governo Renzi liberato, tuttavia, dall'impegno di promuovere la riforma costituzionale e della legge elettorale. Insomma, un governo “normale” in grado di esercitare il potere esecutivo senza il fardello delle riforme istituzionali.

Per inciso, se per un verso appariva rassicurante che il potere esecutivo fosse tornato a esercitare un ruolo “normale”, dall'altro il nulla di fatto sulle riforme istituzionali era inquietante, considerato che il Parlamento continuava a mostrarsi incapace di tradurre in azione di governo, attraverso la propria attività legislativa, le istanze di rinnovamento espresse della società italiana. Inoltre, è paradossale che il Parlamento della XVII legislatura in risposta a una grave crisi istituzionale abbia espresso una delle maggioranze più stabili della Repubblica Italiana - a parte i numerosi cambi di denominazione dei gruppi parlamentari dopo la scissione del Popolo della Libertà la maggioranza è sostanzialmente rimasta sempre la stessa - ma, allo stesso tempo, abbia prodotto ben tre governi (Letta, Renzi, Gentiloni), confermando l'endemica instabilità dei governi italiani.

Il Governo Gentiloni è stato il sessantaquattresimo esecutivo della Repubblica Italiana, il terzo della XVII legislatura.

Il Governo Gentiloni ha ottenuto la fiducia alla Camera dei Deputati con 368 voti favorevoli e 105 contrari, mentre al Senato della Repubblica con 169 voti favorevoli e 99 contrari.

La sostanziale continuità politica del Governo Gentiloni con il Governo Renzi è stata confermata anche dalla compagine ministeriale:

  • Angelino Alfano, Ministro degli Interni nel Governo Renzi, ha assunto il ruolo di Ministro degli Esteri che era precedentemente svolto proprio da Paolo Gentiloni;
  • Marco Minniti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega ai Servizi Segreti nel Governo Renzi, ha assunto il ruolo di Ministro degli Interni;
  • Maria Elena Boschi, da Ministro per i Rapporti con il Parlamento e per le Riforme Costituzionali nel Governo Renzi, ha assunto il ruolo di Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri conservando le deleghe al programma di Governo e alle pari opportunità;
  • Anna Finocchiaro, già Presidente della Commissione affari costituzionali del Senato della Repubblica, ha assunto il ruolo di Ministro per i rapporti con il Parlamento;
  • Claudio De Vincenti, già Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega alle politiche di coesione territoriale, ha assunto il ruolo di Ministro della Coesione territoriale e mezzogiorno;
  • Luca Lotti, già Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all'informazione e comunicazione del Governo e all'editoria, ha assunto il ruolo di Ministro dello Sport;
  • Valeria Fedeli, già Vicepresidente del Senato della Repubblica, ha assunto il ruolo di Ministro dell'Istruzione, università e ricerca al posto di Stefania Giannini.

L'avvicendamento al Ministero dell'Istruzione, università e ricerca, è stata di fatto l'unica sostituzione di un Ministro del Governo Renzi, probabilmente dovuta al tentativo di smorzare le troppe polemiche sul Decreto Legislativo “La Buona Scuola”. Tutti gli altri ministri del Governo Renzi hanno conservato il proprio ruolo.