I referendum: votare per decidere
Nelle democrazie rappresentative si vota principalmente per eleggere, ma è possibile votare anche per decidere direttamente l’abrogazione o l’approvazione di una norma o di un provvedimento, nonché l’orientamento che le istituzioni dovranno mantenere su un determinato tema politico, attraverso l’istituto del referendum popolare.
I referendum sono di tre tipi:
- abrogativi, per consentire ai cittadini di cancellare dall'ordinamento determinate norme ed eventualmente costringere il Parlamento a legiferare sulla stessa materia in modo diverso rispetto al passato;
- confermativi (o costituzionali), per consentire ai cittadini di approvare norme di rango costituzionale precedentemente approvate dal Parlamento senza un'ampia condivisione;
- consultivi, per consentire ai cittadini di esprimere la propria opinione su determinati argomenti di interesse pubblico.
Per poter indire un referendum occorre che la richiesta sia conforme a determinati requisiti che sono verificati dalla Corte costituzionale. La Costituzione impone inoltre limiti espliciti per il ricorso al referendum, sancendo esplicitamente che "non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali". Infine, il referendum è temperato da altre norme mirate, ad esempio, a individuare e semplificare i quesiti (a risposta chiusa) da sottoporre a consultazione popolare o a stabilire i criteri di validità delle consultazioni.
Il referendum popolare è un istituto che consente l'esercizio della "democrazia diretta", consentendo ai cittadini di sostituirsi al sistema politico e determinare collettivamente una decisione su una norma o un provvedimento. Tuttavia, già nell'antica Grecia la democrazia diretta era considerata con una certa diffidenza in quanto poteva facilmente degenerare in "oclocrazia", una forma di governo che poneva lo Stato in balia di masse manipolate e prive di coscienza politica.
Infatti, nelle occasioni pratiche di esercizio della democrazia diretta attraverso i referendum si rileva spesso un allineamento dei votanti, per lo più acritico, sulle posizioni espresse dai principali "influencer" (partiti, associazioni, personalità) e anche una strumentalizzazione delle consultazioni popolari a fini di lotta politica. Inoltre, lo stesso potere politico potrebbe essere tentato di ricorrere alle consultazioni popolari per aggirare le istituzioni rappresentative democraticamente elette o per schivare le proprie responsabilità su un determinato tema politico. Nonostante questi rischi, il referendum popolare resta uno strumento fondamentale delle moderne democrazie, poiché se usato correttamente, in particolare per interpretare la volontà popolare su argomenti che chiamano in causa le coscienze o gli orientamenti della società, consente di rimuovere efficacemente gli ostacoli all'evoluzione della società civile.
Per inciso, un'espansione delle forme di democrazia diretta, che consentono ai cittadini di decidere direttamente con il proprio voto l'esito dei procedimenti normativi (o di espandere l'uso delle consultazioni popolari dando un'ambigua veste legale a orientamenti sociali di fatto rilevabili con i sondaggi di opinione), che scavalchi i limiti imposti dalla Costituzione all'istituto del referendum popolare appare una sciocchezza o al limite un'utopia. Più che le difficoltà organizzative dovute al gran numero di partecipanti alla decisione (occorre considerare che in democrazia gli aspetti formali del processo democratico hanno un valore sostanziale) che eventualmente potrebbero essere superate con le moderne tecnologie informatiche e di comunicazione, il principale limite all'esercizio della democrazia diretta è costituito dall'impegno - in termini di tempo, competenze ed esperienze - richiesto a tutti i cittadini per studiare un progetto di legge o un argomento prima di potersi esprimere su di esso, anche con un semplice si o no.
Esistono tuttavia altre forme di partecipazione diretta dei cittadini, meno decisive ma ugualmente efficaci, come le petizioni e le leggi di iniziativa popolare e la democrazia partecipativa o deliberativa.