La partecipazione politica non consiste solamente nel votare alle elezioni. Negli ultimi decenni le democrazie occidentali si sono evolute per accrescere la partecipazione dei cittadini ai processi decisionali, sono nati nuovi istituti e prassi democratiche, come ad esempio la democrazia deliberativa, e sono state migliorate le tutele alla libertà di espressione, di associazione e di azione dei cittadini.
È, tuttavia, fondamentale conoscere e avere fiducia nella politica e nella democrazia (non necessariamente nei partiti politici) ed essere informati sui vari temi affrontati dalla politica. Una conoscenza base del funzionamento delle dinamiche politiche e delle istituzioni democratiche ti consentirà di decidere consapevolmente chi votare, di non subire passivamente la propaganda politica, di saper riconoscere i messaggi falsi o manipolatori.
Non bisogna essere degli esperti per valutare le dichiarazioni e le attività dei personaggi politici e dei partiti, ma in democrazia è necessario che tutti i cittadini conoscano almeno i concetti fondamentali della politica e del processo decisionale democratico, come funziona a grandi linee il nostro ordinamento democratico e quali sono gli avvenimenti principali che hanno condizionato la vita politica del paese.
Le elezioni rappresentano lo strumento principale di partecipazione politica per gran parte dei cittadini, ovvero per i cittadini che hanno diritto di voto. Attraverso le elezioni si seleziona la classe politica che dovrà assumersi la responsabilità delle decisioni politiche nell’interesse generale di tutti i cittadini, a livello nazionale, regionale, locale ed europeo. Votare per eleggere un rappresentante dei cittadini negli organi collegiali delle istituzioni è un’attività profondamente diversa dal votare per decidere le sorti di un provvedimento di legge. Quando si vota per una persona o per un partito a cui delegare le decisioni di merito occorre prima di tutto valutare se quella persona, o l’organizzazione strutturata di cui fa parte, merita la nostra fiducia e se possiede o può accedere alle competenze di merito necessarie per prendere le giuste decisioni.
Il referendum popolare è uno strumento di democrazia diretta ovvero sono i cittadini a decidere nel merito, votando a favore o contro l’abrogazione di una norma di legge (referendum abrogativo) o l’approvazione definitiva di una legge di riforma della Cosituzione italiana (referendum confermativo). In entrambi i casi, tutti i cittadini avrebbero quantomeno l’obbligo di informarsi adeguatamente sulle implicazioni del quesito referendario prima di votare. Purtroppo, non tutti i cittadini hanno il tempo e le capacità per studiare l’argomento oggetto del quesito, a meno che questo non riguardi materie che tutti sono in grado di comprendere, senza aspetti tecnici e conseguenze complesse. Nei limiti previsti dalla legge, attraverso l’istituto del referendum i cittadini possono sostituirsi al potere politico e determinare collettivamente una decisione su una norma o una politica pubblica.
Le petizioni e le leggi d’iniziativa popolare sono strumenti di partecipazione diretta dei cittadini al processo decisionale democratico. Per la maggior parte dei cittadini questa forma di partecipazione politica si sostanzia nel firmare petizioni o iniziative di legge popolare predisposte da terzi ovvero dalle associazioni. Si tratta di strumenti generalmente inclusi nell’esercizio della democrazia diretta, ma le petizioni e le proposte di legge popolare non spostano il potere decisionale che resta in capo alle assemblee rappresentative.
La democrazia deliberativa e i dibattiti pubblici sono strumenti innovativi di partecipazione dei cittadini ai processi decisionali democratici. Sono utilizzati soprattutto per migliorare e condividere processi decisionali di carattere amministrativo, principalmente nei comuni (le istituzioni più vicine ai cittadini), come ad esempio: i bilanci partecipativi, le Agende 21 locali, i laboratori di urbanistica partecipata, la responsabilità sociale d’impresa, i tavoli di confronto tra imprese e comunità locali. La democrazia partecipata o deliberativa consente di accrescere la qualità, la comprensione e la condivisione delle decisioni tenendo conto del parere di tutti i soggetti interessati ed è connessa al tema della trasparenza e dell’apertura dei processi decisionali della PA.
I corpi intermedi sono quelle organizzazioni legittimate a tutelare gli interessi dei cittadini nell’ambito dello svolgimento di determinate attività. Si annoverano quindi i sindacati, le associazioni di categoria e, più in generale, tutte le organizzazioni abilitate dai loro iscritti a rappresentarli anche presso le istituzioni. Attraverso i corpi intermedi il concetto di rappresentanza si segmenta e si specializza, ma una frammentazione eccessiva rischia di degenerare nel corporativismo. In linea di massima, le richieste che hanno valenza di interesse generale, come solleciti per la soluzione di problemi che interessano tutta la comunità, la tutela di diritti, la programmazione di risorse possono essere indirizzate a partiti politici e esponenti di partito mentre per la tutela degli interessi specifici di comunità funzionali le istanze dovrebbero essere indirizzate alle rispettive associazioni rappresentative, ovvero le cosiddette “parti sociali”: sindacati, associazioni di categoria (confindustria, confcommercio, confesercenti, confagricoltura, etc.), ordini professionali, associazioni di enti del terzo settore, etc.
Il finanziamento dei partiti e delle attività politiche in generale è un aspetto critico delle moderne democrazie, perché il ricorso a fonti di finanziamento consistenti e/o di dubbia provenienza da parte dei partiti potrebbe compromettere la loro indipendenza e autonomia. Il finanziamento di politici e associazioni politiche può infatti costituire uno strumento di pressione e di influenza sulle organizzazioni, tant’è vero che la trasparenza delle fonti di finanziamento dei partiti politici è un requisito fondamentale per le moderne democrazie. Se a questo si aggiunge che i cambiamenti intervenuti nel modo di fare politica, come ad esempio la crescente esposizione mediatica personale rispetto a quella del partito o il massiccio ricorso ai mass-media per lo svolgimento delle campagne elettorali, hanno determinato un notevole aumento dei costi necessari per diffondere e promuovere le idee e i programmi politici, si capisce fino a che punto il regolare svolgimento dei processi decisionali democratici possa essere compromesso da scelte di finanziamento della politica non equilibrate. In Italia il sistema di finanziamento pubblico è stato spesso distorto (rimborsi elettorali illeciti) mentre quello privato è stato occulto (ad esempio durante la guerra fredda tra USA e URSS) e caratterizzato da illegalità diffusa (tangentopoli). Oggi spetta al cittadino finanziare la politica e i partiti attraverso un sistema distribuito di micro donazioni o donazioni di importo relativamente piccolo di cui i partiti devono tenere traccia nei loro rendiconti. I partiti politici possono essere finanziati con erogazioni liberali, donazioni, lasciti e le devoluzioni previste nella dichiarazione dei redditi.
Le manifestazioni e le mobilitazioni dei cittadini sono state a volte contrapposte dagli stessi organizzatori o dai mass-media alla politica, in particolare nei periodi in cui erano diffusi tra la popolazione sentimenti di antipolitica. Tuttavia, le manifestazioni e le mobilitazioni sono per definizione attività di carattere politico poiché, a meno che non siano motivate da interessi personali, riguardano sempre una comunità, le sue rivendicazioni e le sue aspirazioni. La contrapposizione tra iniziative popolari e politica nasceva da un malinteso: la critica dei partiti politici maggiori presenti in parlamento incapaci di cogliere e far proprie le esigenze di trasparenza e le rivendicazioni popolari è stata inconsapevolmente o maliziosamente utilizzata per alimentare sentimenti di antipolitica che in democrazia finiscono sempre per ritorcersi contro gli stessi cittadini. Le mobilitazioni tradizionali (manifestazioni, proteste, sit-in, etc.) e online (utilizzo di social network e social media) sono strumenti non convenzionali di partecipazione in grado di influenzare le decisioni politiche indirettamente, poiché mirano a orientare l’opinione pubblica attraverso attività simboliche e argomentazioni che possono raggiungere un’ampia diffusione attraverso la viralità dei social media e/o essere riprese dal sistema dei media di massa (televisioni, quotidiani, radio). L’uso degli strumenti online per la mobilitazione dei cittadini non è però privo di rischi, a causa della facilità con la quale è possibile diffondere notizie false (fake news) e utilizzare profili utente fittizi.
Le associazioni civiche costituiscono una nuova forma di espressione della cittadinanza attiva, in parte alternativa e in parte complementare alle forme convenzionali di partecipazione politica. Le organizzazioni di attivismo civico sono associazioni di cittadini che agiscono nella sfera pubblica, occupandosi di tutela dei diritti, cura dei beni comuni e sostegno a soggetti in condizioni di debolezza. Le associazioni civiche producono risultati concreti nell’ambito delle politiche pubbliche o negli spazi lasciati vuoti dalle politiche pubbliche e attraverso il loro esempio possono influenzare le decisioni politiche. Infatti, la caratteristica principale di queste organizzazioni di cittadini è che sono orientate alla realizzazione di obiettivi specifici nell’ambito delle politiche pubbliche (policy), sebbene non abbiano collegamenti diretti con la politica in senso stretto (politics). Tuttavia, sia la vita associativa, sia il perseguimento di obiettivi che hanno valore per tutta la collettività spesso costringono a una riflessione politica, se non a un vero e proprio posizionamento politico. La partecipazione ad associazioni di attivismo civico può accrescere le capacità di: interpretare le esigenze di una comunità o dell’intera collettività, conoscere le modalità con cui si soddisfano queste esigenze attraverso azioni concrete, diventare portavoce di queste esigenze per sensibilizzare le istituzioni e l’opinione pubblica.
L’adesione ai movimenti sociali è considerata, soprattutto dai giovani, una forma di partecipazione politica alternativa ai metodi di partecipazione convenzionali. Attraverso i movimenti il concetto di rappresentanza viene traslato sulle idee, generalmente su un tema specifico o su alcuni valori ben definiti, che possono quindi generare un consenso trasversale ed essere sostenute e promosse da molteplici soggetti e formazioni sociali di diversa estrazione politica e culturale. I movimenti si caratterizzano per essere orientati da sfide collettive e possono avere un forte impatto sulle decisioni del sistema politico. Attraverso l’organizzazione di manifestazioni e iniziative in grado di attirare l’attenzione dei media e condizionare l’opinione pubblica, i movimenti fanno leva su un’ampia base di potenziali sostenitori provenienti da molteplici background culturali. I movimenti, anche quelli dichiaratamente politici, sono infatti trasversali per definizione e necessariamente poco strutturati. I movimenti mirano anche a un’azione globale diretta a coinvolgere le coscienze dei cittadini, difficile da tradurre in azione concreta sul piano strettamente politico e istituzionale. Quando i movimenti si confrontano con un ampio ventaglio di esigenze sociali e con le istituzioni di fatto subiscono una metamorfosi trasformandosi in forze politiche strutturate, ovvero in partiti politici.
Il ruolo dei partiti politici è fondamentale per l’esercizio della democrazia, tant’è vero che è sancito dall’Art. 49 della Costituzione: tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale. L’iscrizione a un partito politico, oltre che una scelta di campo, può diventare un impegno personale importante e sfociare nella professionalizzazione dell’attività politica. La complessità delle moderne istituzioni democratiche (articolate su più livelli di competenza normativa, territoriale e per materie) e dei temi politici da affrontare comporta necessariamente un approccio che non può essere di tipo dilettantesco. A differenza dei movimenti politici i partiti hanno un ruolo e responsabilità istituzionali nel sistema democratico, come la presentazione delle liste di candidati alle cariche pubbliche che, ad esempio, comporta l’esigenza di pre-selezionare e formare la classe politica. In altre parole, i partiti politici sono strutture organizzative fondamentali per la democrazia che, sebbene possano avere obiettivi non condivisi da una parte degli elettori, hanno tutti dei doveri nei confronti del sistema democratico, delle istituzioni e della cittadinanza.