Le coalizioni elettorali delle elezioni politiche 2018

Periodo di riferimento: 2018
A causa dell’ambiguità della nuova legge elettorale Rosatellum bis, che implementava una quota minoritaria di seggi (circa un terzo) asssegnati con il maggioritario, le strategie dei partiti per la presentazione delle liste di candidati alle elezioni furono incoerenti. Il Movimento 5 Stelle adottò una strategia di presentazione delle liste tiptica dei sistemi proporzionali mentre il centrodestra adottò una strategia tipica dei sistemi maggioritari. Tra i due estremi, i partiti di centrosinistra che formarono due coalizioni elettorali distinte.

Collocazione politica parlamento - simbolo

Le coalizioni elettorali e le liste multipartito sono alleanze, più o meno coese, stipulate tra partiti politici per la presentazione di candidati alle elezioni. In particolare, la formazione di coalizioni crea un vantaggio competitivo per i candidati nei collegi uninominali, in quanto con il sistema maggioritario il seggio messo in palio nel collegio spetta al candidato che arriva primo e non al singolo partito che ha ottenuto più voti.

La legge elettorale in vigore per le elezioni politiche 2018, il cosiddetto Rosatellum bis, prevedeva collegi uninominali per circa un terzo dei seggi del Parlamento, Camera dei Deputati e Senato, mentre il resto era assegnato con il sistema elettorale proporzionale ovvero in base alla percentuale di voti ottenuti.

In questo contesto elettorale, le formazioni politiche minori mirano a piazzare i propri rappresentanti in Parlamento attraverso accordi stipulati con i partiti maggiori in fase di elaborazione delle liste di candidati e attraverso campagne elettorali incentrate sulle pubbliche relazioni piuttosto che sui mass media.

La campagna elettorale per le elezioni politiche 2018 è stata, infatti, dominata dai principali partiti politici e dai loro leader: da Berlusconi e Salvini in rappresentanza di Forza Italia e della Lega Nord, da Giorgia Meloni leader di Fratelli d'Italia, da Beppe Grillo e Luigi Di Maio per il Movimento 5 Stelle, da Matteo Renzi per il Partito Democratico e da Piero Grasso per la lista Liberi e Uguali.

Le coalizioni elettorali per le elezioni politiche del 4 marzo 2018 erano così costituite:

  • centrodestra: Lega Nord, Forza Italia, Fratelli d'Italia e la lista Noi con l'Italia;
  • centrosinistra: Partito Democratico e le liste Insieme, Civica Popolare e +Europa;
  • Movimento 5 Stelle;
  • lista Liberi e Uguali.

L'elenco completo dei partiti, movimenti e gruppi politici organizzati che hanno presentato liste per le elezioni politiche 2018 è disponbile qui.

La coalizione di centrodestra si è caratterizzata come "coalizione di governo" piuttosto che come semplice "coalizione elettorale", dichiarando esplicitamente la sua aspirazione al governo del paese come blocco unico, indisponibile ad alleanze diverse e senza un'alternativa plausibile in caso di sconfitta (invocando cioè il ritorno alle urne già prima delle elezioni). In sostanza, come accadeva nel precedente sistema elettorale prevalentemente maggioritario, la coalizione di centrodestra si è proposta agli elettori rappresentando qualcosa di più della sommatoria dei singoli partiti che la componevano, pur in presenza di un sistema elettorale sostanzialmente proporzionale (che già prefigurava un'alta probabilità di rimescolamento delle alleanze al fine di formare una maggioranza parlamentare dopo le elezioni).

In sostanza, non si è tenuto conto della possibilità che una vittoria della coalizione di centrodestra poteva non essere una condizione sufficiente a costituire una maggioranza parlamentare, rendendo quindi difficile per i partiti componenti la coalizione di centrodestra giustificare eventuali alleanze alternative fuori dallo schema della coalizione.

In modo simile, il Movimento 5 Stelle ha sostenuto in campagna elettorale e fino alla pubblicazione dei risultati elettorali la sua strategia di rifiuto di ogni alleanza, in nome della sua presunta diversità dagli altri partiti politici, sottovalutando la proporzionalità del sistema elettorale di cui tra l'altro erano forti sostenitori.

Riferimenti