Uno dei compiti principali della politica e delle moderne democrazie è di garantire la crescita economica del paese. La scienza economica ha, infatti, evidenziato che un sistema economico chiuso, a parità di altri fattori come ad esempio l’incremento della popolazione, tende a crescere in modo intrinseco a causa dello sviluppo tecnologico. Ne consegue che un’economia senza crescita della ricchezza, prodotta periodicamente a parità di risorse impiegate, non è un’economia sana ma è un’economia in declino. Occorre precisare che anche le crisi economiche causate sia da fattori interni che da fattori esterni, soprattutto nelle moderne economie ampiamente interconnesse, fanno parte delle dinamiche di sistema, ma se un’economia dovesse permanere troppo a lungo in uno stato di recessione o di stagnazione della crescita le conseguenze negative per il benessere della popolazione sarebbero sempre più gravi e destabilizzanti.
La ricerca e l’innovazione tecnologica sono il nucleo principale dal quale scaturisce la crescita della conoscenza e il miglioramento delle condizioni di vita degli esseri umani. Tuttavia, scoprire una nuova cura per una grave malattia o un nuovo materiale ecocompatibile dalle caratteristiche eccezionali non serve quasi a nulla se poi non si riesce a rendere largamente disponibili queste innovazioni a costi accettabili e prezzi accessibili. Infatti, le politiche sull’istruzione, sulla ricerca scientifica, sull’innovazione e il trasferimento tecnologico sono tra loro collegate e attraverso l’industrializzazione delle produzioni di beni e servizi sono connesse alla crescita economica e al miglioramento del benessere della popolazione.
Le economie dei paesi più avanzati sono tutte ampiamente interconnesse tra loro. L’espansione del commercio internazionale ha determinato sia un’accrescimento delle sinergie tra paesi lontani, attraverso l’espansione dei rapporti di collaborazione e delle relazioni multilaterali, sia una competitività crescente tra aziende e sottosistemi economici di paesi diversi. I mercati finanziari sono certamente i più esposti a questo processo di globalizzazione che coinvolge ormai molteplici aspetti dell’evoluzione culturale umana, non solamente quelli economici.
Il fallimento delle politiche industriali tradizionali, orientate dal dirigismo statale e dalla pianificazione della crescita di settori industriali considerati più o meno strategici per lo sviluppo economico del paese, aveva generato in Italia un certo grado di disinteresse verso le politiche industriali in generale e una sottovalutazione del ruolo della piccola e media impresa nel tessuto economico italiano (complici anche i sindacati orientati quasi esclusivamente dalle relazioni industriali delle grandi aziende). Le conseguenze negative di questo atteggiamento sono state particolarmente gravi subito dopo l’adozione dell’euro, infatti non fu predisposta nessuna politica economica per contrastare gli effetti negativi della globalizzazione, come ad esempio l’esposizione improvvisa alla concorrenza internazionale di interi distretti industriali composti da piccole e medie aziende, che quando non hanno cessato l’attività hanno delocalizzato la produzione in paesi a basso costo di manodopera. Oggi la situazione è cambiata e l’attenzione delle istituzioni, soprattutto europee, nei confronti dei potenziali mutamenti di mercato (market shift) generati dalla crescente globalizzazione e dalla IV rivoluzione industriale, è molto alta.
Il settore primario, per lungo tempo considerato marginale rispetto ai settori secondario e terziario, sta progressivamente riconquistando l’attenzione della politica e delle istituzioni, sia per le innovazioni che stanno interessando il settore - dall’automazione degli impianti al trasferimento tecnologico proveniente dalle ricerche nel campo della chimica e della genetica - sia per la sostenibilità delle colture e degli allevamenti in connessione con la tutela del clima e dell’ambiente, sia per gli effetti delle produzioni e delle trasformazioni alimentari sulla qualità della vita, il benessere e la salute della popolazione.