Le manifestazioni e le mobilitazioni
Oggi è possibile manifestare in moltissimi modi. Esistono tante forme di mobilitazione, innovative o tradizionali, collettive o individuali, di sostegno o di protesta, offline o online. Ovviamente le mobilitazioni individuali, come ad esempio un personaggio noto che attua uno sciopero della fame, un operaio che sale su una gru mettendo in pericolo la sua vita o un esponente di un’associazione che si incatena davanti alla sede di un’istituzione, hanno rilevanza politica quando fanno emergere o sostengono un’opinione diffusa e non una protesta individuale.
Sebbene la rivendicazione di diritti o la protesta sociale abbiano sempre avuto un significato politico, la partecipazione alle mobilitazioni è diventata sempre più uno strumento non convenzionale di partecipazione politica. Anzi, sembra che una parte dei cittadini riponga maggiore fiducia in queste forme di partecipazione piuttosto che nei metodi convenzionali come il voto.
In effetti, le mobilitazioni sono strumenti molto efficaci per condizionare il potere politico, tant'è vero che sono anche i principali strumenti di partecipazione utilizzati dalle forze politiche che si definiscono antisistema.
In realtà, sebbene le mobilitazioni popolari siano alla base delle rivoluzioni, l'organizzazione e l'esito delle manifestazioni nei paesi autoritari è sempre molto incerto mentre trova terreno fertile proprio nelle democrazie rappresentative, dove le mobilitazioni possono far leva oltre che sullo stato di diritto su altre componenti fondamentali del sistema, ovvero i mass media e gli organi decisionali democratici.
Le grandi manifestazioni di massa che facevano leva sul gran numero dei partecipanti, come ad esempio quelle promosse dai sindacati negli anni '70, hanno progressivamente lasciato il campo a mobilitazioni caratterizzate da un minor numero di partecipanti ma con forme di protesta sempre più eclatanti, mirate a conquistare visibilità sui mass media e a orientare l'opinione pubblica più con la risonanza mediatica che con il numero di partecipanti.
Questi mutamenti nelle forme e nei modi di partecipare hanno avuto riflessi anche sulle ragioni della mobilitazione. Alle motivazioni tipiche, come ad esempio l'esplosione di situazioni drammatiche e di disagio, la rivendicazione di diritti violati o non tutelati a sufficienza, la solidarietà verso casi individuali dal valore simbolico o istanze collettive, se ne sono aggiunte altre più generiche, come ad esempio la tutela dei diritti umani e dell'ambiente in ambito planetario, la protesta contro le distorsioni generate dalla globalizzazione e dalla finanziarizzazione delle economie e, più in generale, le tematiche di carattere culturale o postmaterialiste.
Le mobilitazioni non sono più finalizzate solamente o principalmente alla soluzione di problemi nell'immediato o a convincere chi detiene il potere a rivedere, a non fare o a fare determinate scelte, ma anche alla sistematica sensibilizzazione dell'opinione pubblica su determinate tematiche e, in ottica strettamente politica, a cambiare le priorità dell'agenda politica (agenda setting) o gli orientamenti di voto alle successive elezioni.
Le opportunità per i cittadini di partecipare a svariate mobilitazioni si sono fortemente ampliate, poiché si sono moltiplicate le forme di mobilitazione e i temi per i quali attivarsi. E' inoltre possibile superare i confini nazionali con manifestazioni che abbracciano simultaneamente più paesi.
E' possibile quindi partecipare a innumerevoli iniziative, eventi e attività simboliche organizzate da associazioni, movimenti, partiti politici, corpi intermedi e finanche dalle stesse istituzioni, ad esempio con l'istituzione delle giornate commemorative o dedicate a temi specifici.
Un ruolo importante nell'espansione delle possibilità di partecipazione politica attraverso molteplici forme di mobilitazione dei cittadini è stato svolto dalla diffusione della rete internet e dei connessi strumenti di comunicazione (posta elettronica, web, messaggistica in tempo reale, blog, social network, social media).
Infatti, i mutamenti sociali che hanno cambiato la percezione della politica da parte dei cittadini (lifestyle politics o più in generale l'individualizzazione degli stili di vita), hanno trovato un potente alleato nella rete internet che ha facilitato le comunicazioni globali (eliminando i limiti spazio-temporali) e abbassato i costi della partecipazione politica. Su Internet i cittadini hanno trovato gli strumenti ideali che poi di riflesso hanno contribuito a plasmare i mutamenti della percezione e della partecipazione politica.
Le moderne mobilitazioni possono così originare da una pianificazione centrale oppure distribuita in nodi, o anche da iniziative individuali che attraverso la rete internet fanno da scintilla all'attivazione spontanea dei cittadini, e possono vivere esclusivamente online o nel mondo fisico oppure trasferirsi dal contesto online a quello fisico e viceversa.
L'uso esclusivo di strumenti online per le mobilitazioni nasconde, tuttavia, anche rischi e pericoli. Infatti, la promozione e la condivisione sui social media di messaggi e attività si presta a diverse forme di manipolazione, come ad esempio la creazione di notizie false (le cosiddette fake news) o di profili utente fittizi per cui i cittadini pensano di interagire con molte persone mentre invece stanno interagendo con un software subdolamente istruito da un unico soggetto.
Sembra, inoltre, accertata l'esistenza di organizzazioni opache o illegali in contatto con soggetti stranieri interessati a condizionare i normali processi democratici di altri paesi, organizzazioni che sfruttano i dati personali degli utenti online per cercare di mobilitare i cittadini attraverso la rete con l'obiettivo di orientare l'opinione pubblica verso un determinato sbocco politico.
Tra i promotori di iniziative e mobilitazioni in favore delle rivendicazioni sociali e a tutela di interessi generali, assieme ai corpi intermedi e ai movimenti, vi sono anche le organizzazioni di attivismo civico che operano nella sfera pubblica e in particolare nell'ambito delle politiche pubbliche (assistenza, previdenza, educazione, salute, etc.).