I dibattiti pubblici e la democrazia deliberativa
Negli ultimi anni è cresciuta molto, soprattutto a livello locale, la domanda di partecipazione dei cittadini alle decisioni e alle iniziative pubbliche che li riguardano. E' cambiato il rapporto tra il cittadino e le istituzioni - e la Pubblica Amministrazione in particolare - determinando un’apertura dei processi deliberativi, non solo in termini di trasparenza amministrativa ma anche di coinvolgimento dei diversi portatori di interesse anche non istituzionali.
Le moderne democrazie rappresentative hanno accolto con favore questo rinnovato interesse dei cittadini a una maggiore partecipazione - vedi, ad esempio, l'art. 11 del Trattato sull'Unione Europea (Trattato di Lisbona) - e sono state predisposte, soprattutto a livello locale, procedure formali e informali per consentire al cittadino una partecipazione diretta ai processi deliberativi.
L'insieme di questi processi, pratiche e interventi normativi costituiscono l'applicazione del concetto di democrazia partecipativa o deliberativa, già teorizzata da autorevoli esponenti del mondo accademico.
Nella pratica l'esercizio della democrazia deliberativa si sostanzia soprattutto in dibattiti pubblici che consentono ai cittadini, come singoli o organizzati in associazioni, di collaborare attivamente non solo con gli organi elettivi ma anche con la Pubblica Amministrazione.
La maggior parte di questi strumenti di partecipazione sono disciplinati da appositi regolamenti o dagli Statuti degli enti pubblici. Tra le iniziative a cui puoi partecipare si annoverano:
- i bilanci partecipativi,
- i laboratori di urbanistica partecipata,
- la responsabilità sociale d’impresa,
- i tavoli di confronto tra imprese e comunità locali,
- le Agende 21 locali.
La più diffusa forma di democrazia partecipata introdotta volontariamente dalle pubbliche amministrazioni italiane è il bilancio partecipativo, la cui prima applicazione, da parte del Comune di Grottammare, risale al 1994.
La Regione Toscana è stata invece la prima delle regioni italiane a istituzionalizzare pratiche di democrazia deliberativa con la legge regionale 69/2007, poi sostituita dalla legge regionale n. 46 del 2 agosto 2013 "Dibattito pubblico regionale e promozione della partecipazione alla elaborazione delle politiche regionali e locali".
Consulta il sito web della tua città e della tua regione per verificare gli istituti attivi di democrazia partecipata o deliberativa ai quali potresti prender parte, in qualità di cittadino o di esponente di una comunità.
Forme di partecipazione diretta dei cittadini sono previste anche a livello statale, come ad esempio nelle procedure di valutazione della Pubblica Amministrazione o nelle consultazioni delle autorità di regolamentazione indipendenti, attraverso vari strumenti (quali le consultazioni pubbliche, la raccolta di feedback via web, l'apertura di tavoli di confronto tematici) che consentono ai cittadini e agli altri soggetti interessati di intervenire sia in fase di progettazione che di correzione dei programmi e degli atti della PA. Lo Stato, tuttavia, per le politiche pubbliche e la programmazione in ambito urbanistico, ambientale, dello sviluppo locale, delle politiche sociali e della sanità, privilegia forme di collaborazione e confronto con gli attori locali dove gli interessi dei cittadini sono mediati da istituzioni e organizzazioni rappresentative, come ad esempio accade con i piani di zona, gli accordi volontari, i tavoli di concertazione tematici, i protocolli d’intesa, le conferenze dei servizi, i patti per la salute.
Anche l'Unione Europea ha predisposto diversi strumenti di partecipazione diretta e di ascolto dei cittadini, come ad esempio:
- il Mediatore europeo che indaga sulle denunce di cattiva amministrazione ed esamina problemi sistemici di più ampia portata con le istituzioni dell’UE;
- la rete SOLVIT, per segnalare e risolvere i problemi di applicazione dei diritti dei cittadini garantiti dall'Unione Europea in quei paesi dell’UE dove la pubblica amministrazione non applica correttamente la normativa europea o non la applica affatto;
- i servizi online della Commissione europea che ti consentono di contribuire al processo legislativo, inviando il tuo parere sulle iniziative in evoluzione della Commissione oppure lasciando suggerimenti su come semplificare e migliorare le norme attuali.
Differenze con la democrazia diretta
L'esercizio della democrazia partecipata o deliberativa si concretizza quando la società civile, ovvero singoli cittadini e associazioni di cittadini, collaborano con le istituzioni nel contesto di vari tipi di procedure pubbliche, ad esempio normative, amministrative e di controllo.
Anche se nella democrazia deliberativa c'è una partecipazione diretta dei cittadini, la titolarità e la responsabilità dell’azione decisionale resta in capo alle amministrazioni pubbliche. Il potere decisonale degli organi rappresentativi e delle istituzioni non viene quindi sostituito o scavalcato dall'esercizio diretto del potere da parte dei cittadini, come invece accade con gli istituti di democrazia diretta.
Poiché la democrazia deliberativa consente di prendere decisioni tenendo conto del parere di tutti i soggetti coinvolti, i cittadini che sono interessati a partecipare a tutte le fasi del processo decisionale pubblico possono contribuire in modo efficiente e sostenibile, documentandosi e interagendo con la pubblica amministrazione responsabile del procedimento. Infatti, se è vero che tutti abbiamo il diritto di partecipare quotidianamente agli affari dello Stato, la maggior parte di noi non ha né il tempo, né le conoscenze, né le risorse per farlo. La democrazia deliberativa consente di conciliare il ruolo di cittadino attivo con gli altri impegni della vita professionale e privata poiché adotta un modello di partecipazione flessibile rispetto ai temi, al contrario di quella diretta dove tutti sono chiamati a partecipare alla decisione.
Vantaggi
Favorire la partecipazione dei cittadini ai processi deliberativi genera vantaggi sia per il cittadino che per le stesse istituzioni.
Il cittadino è avvantaggiato dal miglioramento della qualità delle decisioni, poiché queste sono state prese considerando tutti i pro e i contro evidenziati dai soggetti coinvolti. La partecipazione al processo decisionale genera inoltre una maggiore consapevolezza dei problemi affrontati e aumenta il senso di fiducia nelle istituzioni. Al cittadino è data la possibilità di contribuire, di comprendere e di condividere la decisione.
Le istituzioni sono avvantaggiate dall'accresciuta visibilità dell’operato pubblico, da un confronto immediato con le posizioni emergenti, dalla probabile maggiore efficienza delle politiche pubbliche, da una diminuzione dei conflitti legati alle scelte del decisore pubblico, da una migliore ricognizione delle responsabilità.
Anche l'intero sistema democratico è avvantaggiato da queste pratiche partecipative. Infatti, la crescente complessità delle organizzazioni democratiche e amministrative, nonché dei problemi che la politica e la Pubblica Amministrazione devono affrontare, unita alla crescita dei compiti assegnati allo Stato e alle istituzioni pubbliche, hanno determinato un preoccupante distacco della popolazione dalle istituzioni e una incomprensione di fondo delle loro decisioni. Inoltre, l'autoreferenzialità della politica, delle istituzioni e della Pubblica Amministrazione in particolare, ha acuito e aggravato gli effetti della "modernità riflessiva", come è stata definita da autorevoli sociologi. In estrema sintesi, i mutamenti economici, sociali e nella sfera dell'individuo hanno materializzato una tendenza di fondo che porta ad accrescere i compiti assegnati allo Stato ma allo stesso tempo a metterne in discussione i fondamenti. La democrazia partecipativa o deliberativa si rivela efficace nel contrastare questa tendenza di fondo che vede i cittadini allontanarsi dalla politica e dalle istituzioni.