Il sistema elettorale a doppio turno per il rinnovo di organi collegiali
Un sistema elettorale a doppio turno comporta che i cittadini devono votare due volte nell’ambito della stessa elezione per determinare il risultato. Il secondo turno elettorale generalmente consiste in un ballottaggio, cioè in una sfida tra i due candidati che hanno ottenuto più voti al primo turno. Se fosse applicato al rinnovo di un organo collegiale questo sistema elettorale determinerebbe automaticamente la vittoria inequivocabile di un solo partito politico o al limite di una coalizione, anche se questo sistema generalmente tende a disincentivare aggregazioni stabili pre-elettorali tra partiti politici.
Il sistema a doppio turno con ballottaggio è noto ai cittadini per essere adottato nei comuni con popolazione superiore ai quindicimila abitanti. La relativa legge elettorale prevede un primo turno che quando non determina la vittoria immediata di un candidato, ovvero una maggioranza che supera il 50% dei consensi, è seguito da un secondo turno che consiste in un ballottaggio, ovvero una competizione elettorale tra i due candidati che hanno ottenuto più voti al primo turno.
Per la sua capacità di garantire la vittoria inequivocabile di un partito o di una coalizione e di conferire stabilità alla maggioranza, un sistema elettorale a doppio turno con ballottaggio potrebbe essere utilizzato anche per il rinnovo del Parlamento.
Tuttavia, qualora fosse utilizzato per rinnovare il Parlamento c'è il rischio che questo sistema elettorale generi, in presenza di un sistema politico frammentato, due gravi effetti collaterali:
- l'irrilevanza di opposizioni parlamentari disgregate;
- la vittoria di un partito o di una coalizione che poggia su una base elettorale molto ridotta.
Questo può accadere perché nel sistema elettorale a doppio turno con ballottaggio gli elettori sarebbero chiamati al primo turno elettorale a escludere le forze politiche dalla competizione del secondo turno, dove in effetti possono scegliere solamente tra le due forze politiche (o coalizioni) che hanno ottenuto più voti al primo turno.
Per via di questa caratteristica incentrata sull'esclusione il sistema elettorale a doppio turno con ballottaggio viene generalmente utilizzato per il rinnovo di organi monocratici, ad esempio nelle forme di governo presidenziali, oppure quando assieme all'organo collegiale bisogna eleggere direttamente un organo monocratico (ad esempio i sindaci o i presidenti di regione).
In sostanza, un sistema elettorale a doppio turno con ballottaggio quando utilizzato per il rinnovo di un'assemblea parlamentare condurrebbe alla formazione di una maggioranza stabile, garantendo la cosiddetta governabilità, ma potrebbe effettivamente compromettere la rappresentatività dell'organo collegiale.
Un confronto tra le caratteristiche del sistema elettorale a doppio turno con ballottaggio e le caratteristiche di un ipotetico sistema elettorale sempre a doppio turno ma con la forzatura di due sole coalizioni può aiutare a comprendere la logica sottostante la forma di governo parlamentare basata sulla contrapposizione tra maggioranza e opposizione.
In un sistema elettorale a doppio turno con due sole coalizioni il primo turno elettorale servirebbe a determinare la composizione politica delle due coalizioni, mentre il secondo turno servirebbe a determinare la coalizione vincente che svolgerà il ruolo di maggioranza parlamentare. In altre parole, al primo turno gli elettori voterebbero per determinare l’inclusione e il peso relativo dei partiti politici nella coalizione scelta dagli stessi partiti ovvero per stabilire i rapporti di forza all’interno delle coalizioni, mentre al secondo turno gli elettori sceglierebbero la coalizione che governerà il paese.
Questo ipotetico sistema elettorale a doppio turno con due sole coalizioni garantirebbe sia la stabilità della maggioranza parlamentare (corrispondente a una delle due coalizioni) che la rappresentatività del Parlamento, essendo l’equilibrio politico interno alle coalizioni determinato in modo trasparente e diretto attraverso il primo turno elettorale. In confronto al normale sistema elettorale a doppio turno con ballottaggio, il primo turno elettorale servirebbe non a escludere le forze politiche dal secondo turno, ma a determinare l’inclusione e il peso politico dei partiti all’interno delle coalizioni.
Se si considera l’imposizione di due sole coalizioni come una sorta di istituzionalizzazione della maggioranza e della minoranza parlamentare, si riesce a comprendere meglio l’essenza della forma di governo parlamentare.
La forzatura rappresentata dalle disposizioni legislative che sarebbero necessarie per imporre due sole coalizioni, per regolare la rappresentanza democratica all’interno delle coalizioni e disciplinare in modo uniforme le elezioni interne alle coalizioni, potrebbe:
- garantire la governabilità senza sacrificare la rappresentatività;
- non creare barriere ai piccoli partiti politici, che devono avere la possibilità di crescere ed eventualmente scalare una coalizione per diventarne i leader o una delle principali componenti;
- garantire la lealtà dei partiti alla coalizione di appartenenza;
- nel caso del doppio turno, stabilire un lasso di tempo tra il primo turno elettorale e il secondo turno sufficientemente ampio per pianificare un serio programma di governo e organizzare una valida campagna elettorale (a differenza dei sistemi con ballottaggio dove il tempo che intercorre tra i due turni elettorali è generalmente di 15 giorni, un lasso di tempo troppo breve per una valida riflessione politica);
- favorire l'esternalizzazione della competizione elettorale interna alle coalizioni, in modo che questa non pregiudichi il funzionamento del Parlamento;
- liberare il Parlamento dalle strumentalizzazioni delle battaglie parlamentari a fini politici o elettorali, migliorando la qualità e l'efficienza dell'attività legislativa;
- costringere i partiti e le coalizioni ad adottare regole interne per il rispetto dei principi della rappresentanza democratica.
Il valore esemplificativo di questo ipotetico sistema elettorale è che la forzatura rappresentata dalle due sole coalizioni non farebbe altro che anticipare istituzionalmente il punto di arrivo di un ideale processo elettorale democratico per il rinnovo di un’assemblea parlamentare, che in una democrazia parlamentare dovrebbe condurre nel modo più trasparente e appunto democratico possibile alla formazione e alla stabilità delle maggioranze e delle opposizioni in Parlamento.
Il paradosso è che lo stesso risultato di questo ipotetico sistema elettorale con due sole coalizioni potrebbe essere raggiunto, sempre ipoteticamente, anche con un sistema proporzionale puro qualora i partiti politici e le coalizioni riuscissero a dotarsi autonomamente e senza nessuna “forzatura” di organizzazioni interne democratiche e fossero capaci di trovare sempre un accordo per la costruzione di maggioranze e opposizioni stabili e coese.
Pertanto, senza arrivare a forzature come l’imposizione per legge di due sole coalizioni, è evidente che oltre ai sistemi elettorali esistono anche altri modi, correttivi e riforme istituzionali, per spingere i partiti a convergere verso la costruzione di maggioranze e opposizioni stabili.